Questa breve digressione ad anello ti conduce verso un’opera d’altri tempi, quando la funzionalità, lo scopo e l’efficienza erano raggiunti attraverso un risultato estetico, capace di generare bellezza nel territorio e in chi ammirava. Così, improvvisa e inaspettata ti appare la Centrale idroelettrica “Antonio Pitter”, un esempio vivo di archeologia industriale dei primi del ‘900. Viva perché oltre a poterla visitare, vedendo le sue componenti perfettamente conservate, le turbine, gli alternatori e altri macchinari, da alcuni anni è diventata un polo culturale e scientifico, sede di mostre e laboratori per bambini e adulti.

Come molte opere dell’essere umano moderno, da impulso elettromagnetico fatto di acciaio e mattoni, utilissimo per avviare lo sviluppo industriale nel nostro territorio, si è trasformata in impulso del pensiero e delle emozioni, per uno sviluppo più intangibile ma ora più essenziale: quello della cultura e della socialità.